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Wednesday, April 12 2017

Chi cresce senza mangiare carne resta "basso e brutto"...

Chi cresce senza mangiare carne resta "basso e brutto"... E' quanto sostenuto da Alessandro Cecchi Paone durante la puntata del 10 aprile 2017 della trasmissione TV "Quinta Colonna". Sotto certi aspetti, sembra semplicemente un'idiozia. Eppure, i discorsi fatti in pubblico circolano e rafforzano le norme dominanti, come quella secondo cui, nella nostra società, è del tutto normale mangiare animali e darli da mangiare ai propri figl*. Così, queste affermazioni fatte davanti a milioni di telespettatori non potranno non alimentare quel clima di diffidenza, derisione o attacco aperto che si respira intorno al vegetarismo/veganismo, soprattutto quando si tratta di vegetarismo nei bambin*. Che effetto hanno, su bambini e bambine che non mangiano carne, insulti come questo? Come si sentiranno, dopo che un noto personaggio televisivo li ha definiti "brutti", senza mezzi termini?

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Monday, April 3 2017

Pene severe per i genitori vegan? (una proposta di legge)

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dal Secolo d'Italia:

Pene severe a chi impone la dieta vegana ai figli: arriva la legge

La proposta di legge c’è, ora bisogna solo votarla. E non sarà facile visto che la sinistra, da sempre, strizza l’occhio a tutte le pratiche alternative a quelle tradizionali, perfino nell’alimentazione. Contro gli integralismi dei vegani scende in campo il centrodestra. Reclusione fino ad un anno per i genitori che impongono ai minori di 16 anni la dieta vegana, con pena che può andare da due anni e mezzo a quattro se questo è causa di malattia o di lesione personale permanente; e da quattro a sei anni se invece la conseguenza è la morte. Pene aumentate di 12 mesi quando il bambino ha meno di tre anni. Lo chiede una proposta di legge presentata dalla deputata di Forza Italia Elvira Savino, sanzionando “chiunque impone o adotta nei confronti di un minore degli anni sedici, sottoposto alla sua responsabilità genitoriale o a lui affidato per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata”.

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Thursday, March 23 2017

Minacce perché la figlia è vegetariana: mamma aggredita davanti a scuola

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da: http://piccoleimpronte.lav.it

Minacce perché la figlia è vegetariana: mamma aggredita davanti a scuola

Una mamma vegana di una bambina vegetariana è stata minacciata e aggredita dalle mamme dei compagni di scuola della piccola perché quest’ultima ha spiegato che cosa c’è dietro la carne e il pesce. E’ accaduto in un paese della provincia di Grosseto, come riporta il quotidiano Il Tirreno, che riferisce come “alcune adirate genitrici hanno deciso di farla pagare alla mamma della bambina”.

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Monday, August 8 2016

Carcere per i genitori vegan?

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Una parlamentare di Forza Italia (Elvira Savino) ha presentato una proposta di legge che prevederebbe fino a un anno di carcere (due se il bimbo/a ha meno di 3 anni) per i genitori che adottino per i figli/e una dieta vegan. Al di là del reale pericolo di approvazione di una simile legge - per fortuna molto remoto - occorre chiedersi quale sia l'effetto, sulla società, del fatto stesso di proporre una misura di questo tipo.

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Tuesday, May 3 2016

Senigallia, il sindaco nega i menu vegani alla mensa scolastica

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SENIGALLIA - Il sindaco nega il menu vegano alla mensa scolastica. E le famiglie che lo hanno richeisto non ci stanno affermando che si tratta di una violazione alla Costituzione. Portavoce della protesta è Carla Tomasini la quale sottolinea che con il rifiuto da parte del sindaco Maurizio Mangialarsi si contravviene «alle "Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolatica" proposte dal Ministero della Salute che a pag. 22 cita testualmente "Vanno assicurate adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali».

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Friday, October 23 2015

Belluno, bambino “vegano”. La verità è un’altra

Fonte: Vegolosi.it L’ennesimo caso di “bambino vegano” dichiarato dai giornali “in gravi condizioni di salute”. Questa volta a Belluno, da dove arriva una notizia che negli ultimi giorni è stata rilanciata da numerose fonti di informazione. Ma il caso si è presto sgonfiato: come spiega l’avvocato Carlo Prisco, da sempre impegnato in queste vicende, il bambino non era vegano ma neppure svezzato.

Articolo completo su Vegolosi.it

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Monday, July 6 2015

Genitori vegan e malnutrizione: ancora gogna mediatica?

genitorifigliveg.jpg Un altro caso di bambino vegan i cui genitori vengono accusati di incuria. Nel caso specifico sono indagati per "maltrattamento", per la precisione. Nonostante il numero di articoli allarmistici su questo caso, poche cose sono chiare al momento. Tuttavia, come sottolineato dai vari comunicati delle associazioni vegan / animaliste (ne riportiamo sotto alcuni), il caso è stato trattato con un allarmismo e con un'enfasi sulla dieta vegana del tutto ingiustificati, soprattutto se raffrontate con il trattamento riservato ai ben più numerosi casi di obesità (collegata alle diete carnee squilibrate) o di malnutrizione legata a problemi di reddito o di disagio sociale. Occorre sottolineare quali parole abbiano usato alcuni articoli di giornale, e quali messaggi abbiano fatto passare. A differenza di quanto sostengono alcun* vegan, non è poi così inspiegabile questo trattamento: il veganismo non è una semplice dieta fra le altre - con l'unica debolezza di avere una tradizione non molto lunga in "occidente" -, ma è una presa di posizione sulla violenza che viene fatta agli animali che ogni giorno vengono uccisi per produrre cibo. Per questo motivo il veganismo disturba una società fondata (anche) sullo sterminio degli animali e sul fatto che tale sterminio viene considerato perlopiù "naturale" e inevitabile. Ecco perchè, non necessariamente per chissà quale complotto, il sistema sanitario, per esempio, non assiste allo stesso modo i genitori vegan, mettendoli in condizione, spesso, di dover scegliere fra il rinunciare ai propri principi etici o rischiare di non avere un'assistenza pediatrica adeguata. Ed ecco perchè alcuni mezzi di comunicazione sono pronti ad associare casi come questo al veganismo, dando un grande rilievo al ruolo di tale scelta nello sviluppo di problemi di crescita o di salute in generale. La vegefobia non è tanto un atteggiamento individuale di derisione o negatività nei confronti di chi non mangia animali, quanto un complesso di dispositivi istituzionali e sociali che marginalizzano il rifiuto del carnivorismo per difendere la pratica di uccidere animali per produrre cibo. Alcuni esempi relativi al caso in questione.

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Thursday, May 14 2015

L’ultima inquisizione (togliere i figli ai genitori vegetariani) - di Carlo Prisco

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Ci risiamo: Anno del Signore 2015, Italia, la caccia alle streghe è ancora aperta.

Le “streghe” non finiranno mai, finchè esisteranno il pregiudizio e la discriminazione, e in questo caso a farne le spese è anche la scelta etica e alimentare vegana.

Lo strumento di persecuzione, il “braccio armato” della “nostra” moderna inquisizione, sono i servizi sociali, a loro volta scatenati da medici, nutrizionisti o altri consulenti, presunti esperti di salute e alimentazione.

I fatti, in breve: un pediatra visita un bimbo vegano (di 10 mesi) e, in base alle tabelle di crescita media, sancisce che “cresce poco”. A un bimbo onnivoro sotto le medie percentili, se mai, verrebbe prescritto qualche controllo o una integrazione alimentare. Se mai. Non così per un bimbo vegano, perlomeno nella mente di alcuni “specialisti”, secondo i quali vale l’equazione “veganismo = malnutrizione” e per cui qualsiasi circostanza sfavorevole vale come prova dell’equazione. Che la salute non si misuri dalla statura o dal peso, o dalla velocità con la quale queste aumentano, poco importa: contano i numeri. Numeri basati su bimbi svezzati con carne e magari perfino con latte vaccino, quindi con sostanze iperproteiche e cariche di steroidi e ormoni, o, come nel caso del latte di mucca, progettate dalla natura per far crescere i vitelli.

Insomma, sarebbe come paragonare una pianta innaffiata con l’acqua e una cresciuta con fertilizzanti chimici, e concludere che la prima sia malata in quanto cresce meno velocemente della seconda.

Fin qui nulla di strano: i casi di “malasanità” sono ben noti (cosa sia, poi, in concreto, la sanità e quali reali benefici essa apporti è un altro paio di maniche), specie nella nostra penisola. Il problema nasce dal fatto che, in questo caso, le opinioni personali o le lacune professionali non sono rimaste confinate alla sfera individuale dell’esperto, ma sono sfociate nella famigerata segnalazione ai servizi sociali, affinchè questi intervengano mobilitandosi per sottrarre il minore all’affido genitoriale, passando attraverso una decisione del Tribunale.

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