L’ultima inquisizione (togliere i figli ai genitori vegetariani) - di Carlo Prisco

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Ci risiamo: Anno del Signore 2015, Italia, la caccia alle streghe è ancora aperta.

Le “streghe” non finiranno mai, finchè esisteranno il pregiudizio e la discriminazione, e in questo caso a farne le spese è anche la scelta etica e alimentare vegana.

Lo strumento di persecuzione, il “braccio armato” della “nostra” moderna inquisizione, sono i servizi sociali, a loro volta scatenati da medici, nutrizionisti o altri consulenti, presunti esperti di salute e alimentazione.

I fatti, in breve: un pediatra visita un bimbo vegano (di 10 mesi) e, in base alle tabelle di crescita media, sancisce che “cresce poco”. A un bimbo onnivoro sotto le medie percentili, se mai, verrebbe prescritto qualche controllo o una integrazione alimentare. Se mai. Non così per un bimbo vegano, perlomeno nella mente di alcuni “specialisti”, secondo i quali vale l’equazione “veganismo = malnutrizione” e per cui qualsiasi circostanza sfavorevole vale come prova dell’equazione. Che la salute non si misuri dalla statura o dal peso, o dalla velocità con la quale queste aumentano, poco importa: contano i numeri. Numeri basati su bimbi svezzati con carne e magari perfino con latte vaccino, quindi con sostanze iperproteiche e cariche di steroidi e ormoni, o, come nel caso del latte di mucca, progettate dalla natura per far crescere i vitelli.

Insomma, sarebbe come paragonare una pianta innaffiata con l’acqua e una cresciuta con fertilizzanti chimici, e concludere che la prima sia malata in quanto cresce meno velocemente della seconda.

Fin qui nulla di strano: i casi di “malasanità” sono ben noti (cosa sia, poi, in concreto, la sanità e quali reali benefici essa apporti è un altro paio di maniche), specie nella nostra penisola. Il problema nasce dal fatto che, in questo caso, le opinioni personali o le lacune professionali non sono rimaste confinate alla sfera individuale dell’esperto, ma sono sfociate nella famigerata segnalazione ai servizi sociali, affinchè questi intervengano mobilitandosi per sottrarre il minore all’affido genitoriale, passando attraverso una decisione del Tribunale.

Non sarebbe la prima volta: a Milano, nel 1999, la piccola Chiara (all’epoca 1 anno di età), vegetariana, era stata portata dai genitori al pronto soccorso per problemi respiratori: i medici della struttura, ritenendola denutrita, avevano deciso di trattenerla per accertamenti, segnalando il caso al Tribunale dei minori di Milano.

Il Giudice aveva disposto l’affidamento della bambina al Comune di Milano, con la sospensione della potestà genitoriale.

In seguito alla pronuncia milanese un caso analogo è accaduto a Lecce, dove il Tribunale ha sottratto alla potestà dei genitori vegetariani la figlia di due anni, affidata a un istituto religioso, limitando le visite genitoriali al previo intervento dei servizi sociali volto alla “rieducazione”. In quel caso i coniugi hanno potuto ottenere nuovamente l’affidamento della figlia soltanto dopo un anno.

Anche la giurisprudenza pare aver sposato l’equazione “vegetarismo = lesione del diritto alla salute del minore”, con conseguente affidamento coatto o limitazione della potestà genitoriale.

In Inghilterra, nel 2008, un bambino di sei anni ha avuto un collasso improvviso ed è stato ricoverato in ospedale: lì i medici hanno diagnosticato una forma di rachitismo, a loro avviso da imputare all’alimentazione vegana scelta dai genitori.

La coppia, che aveva altri tre figli in salute, non praticava il veganismo, ma consumava anche il pesce, escludendo invece latte e carne: ciononostante i servizi sociali avevano ottenuto un ricovero coatto per circa sei mesi, durante i quali i genitori potevano visitare il figlio soltanto sotto la supervisione del personale preposto. Nel frattempo il Comune aveva adito le vie legali per ottenere l’affidamento del minore alle proprie cure, sottraendolo alla famiglia. A differenza dei precedenti italiani, in questo caso il Giudice ha dato ragione ai genitori, disponendo il ritorno a casa del bambino e limitandosi a ordinare controlli periodici da parte dei sanitari.

Dal punto di vista giuridico la questione principale è la tutela del diritto alla salute, cioè come garantirla: alla luce della documentazione scientifica ormai patrimonio culturale acquisito, l’alimentazione vegetariana e quella vegana non possono essere considerate deleterie per la salute, ma il contrario. Il caso milanese del 1999, che tanto ha fatto discutere, è scaturito dall’erronea attribuzione dei disturbi della bambina al regime vegetariano, mentre semmai il problema consisteva nella denutrizione in quanto tale, posto che vi si può incorrere sia con una dieta onnivora che vegetariana.

Insomma, ciò che è emerso pare essere una classificazione erronea della problematica, attribuendone la soluzione ad un cambiamento di modello alimentare, anziché alla correzione di quello adottato: medici, servizi sociali e tribunali potrebbero perfettamente tenere in considerazione le istanze etiche dei genitori, garantendone il rispetto attraverso i provvedimenti ritenuti più opportuni per la salute dei figli, tenendo conto che l’etichetta “onnivoro” o “vegano” non dice nulla, di per sé, sull’effettiva correttezza e sull’effettivo bilanciamento dell’alimentazione. Possono esistere vegani obesi e onnivori obesi, idem denutriti: la domanda è, semmai, perché i tribunali non ordinino ai genitori di bimbi obesi di adottare diete vegane, ma ritengano necessario imporre diete onnivore ai genitori di figli vegani (eventualmente) denutriti.

Poi c’è la questione, ancora più grave, e degna della miglior caccia alle streghe, del ravvisare danno alla salute in base a una mera differenza nei tempi di crescita.

La delicatezza della questione deriva dal fatto che sono coinvolti diritti costituzionali della persona, e, in particolare, gli artt. 2 (diritti inviolabili, cioè legittime aspettative ed esigenze che ciascuno ha diritto di coltivare, nel rispetto dei diritti altrui), 3 (rimozione degli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini), 19 (libertà di professione ed esercizio di culti religiosi), 21 (diritto di manifestazione del pensiero attraverso qualsiasi mezzo, compresa quindi l’alimentazione), 30 (dovere dei genitori di educare i propri figli e diritto di trasmettere i propri valori morali), 32 (diritto alla salute).

Il problema principale? L’erronea persuasione dei medici che la salute dei minori sia minacciata dal regime vegano: ciò implica il consequenziale annichilimento di tutti gli altri diritti costituzionali della persona (genitore), in nome della tutela del minore. Purtroppo ciò dimostra le lacune professionali di chi, in spregio alle ormai consolidate conoscenze scientifiche, continua a ravvisare nel veganismo una minaccia anziché una forma di tutela della salute.

Sotto il profilo giuridico, invece, si verifica un pedissequo avallo dei pregiudizi pseudo-scientifici, con la conseguenza che, mentre i genitori vegani sono considerati “di serie B”, nessun genitore viene privato dell’affido per aver cagionato ai propri figli obesità ricorrendo a merendine, cibi zuccherati o iperproteici e simili, né per avergli procurato allergie per l’uso di latticini, o tumori di origine alimentare, o anche solo per aver fumato in presenza del minore o durante la gestazione.

Ecco dunque che, oggi come nel Medio Evo, la superstizione e l’ignoranza, miste alla prepotenza e all’arroganza, generano facili inquisizioni e facili condanne dalle conseguenze disastrose per genitori e figli, in nome di dogmi della (fede nella) scienza.

Carlo Prisco

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Comments

1. On Thursday, May 14 2015, 13:48 by Monica

Soprattutto nel caso più recente, sarebbe interessante sapere realmente, tramite la lettura delle relazioni di Tribunali e Servizi Sociali, quanto e come abbia inciso nella valutazione della malnutrizione il carattere "vegano". Anche per non iniziare una caccia alle streghe nel senso opposto basata su una generalizzazione che riguarda 1 o 2 casi, seppur rilevanti e indice di una parziale ignoranza da parte di alcuni sul tema.
Scrivere, cito:" ma sono sfociate nella famigerata segnalazione ai servizi sociali, affinchè questi intervengano mobilitandosi per sottrarre il minore all’affido genitoriale“ fa pensare erroneamente che per ogni segnalazione i Servizi Sociali si muovano con la volontà di togliere i minori dalle loro famiglie. Ecco, mi spiace ma qui siamo di fronte ad un altro forte pregiuzio davvero duro da scardinare. Quando il servizio sociale riceve una segnalazione su un sospetto pregiudizio del benessere di un minore può o deve (se dettato dal Tribunale) avviare un'indagine sociale e scrivere una relazione. Nell'ultimo caso descritto dal vostro post posso presumere che i Servizi Sociali non abbiamo rilevato nessun tipo di maltrattamemto e dunque il giudice abbia agito di conseguenza.
Se gli assistenti sociali non avessero svolto questa funzione oltre al citare classiche frasi come "ma gli assistenti sociali dov'erano? “ ora potrebbe esserci davvero un minore, onnivoro, vegan ecc. malnutrito (fortunatamente in questo caso no) . A questo punto possiamo ritorniamo per il caso del 2015 ad un caso di malasanità, senza dover risvegliare pregiudizi sugli assistenti sociali cattivi che portano via i bambini.
In ogni caso condivido l'importanza di parlare dei pregiudizi siano essi rivolti ad una scelta etica o verso una categoria di persone.

Monica, vegana per scelta etica e assistente sociale.

2. On Thursday, May 14 2015, 16:39 by Carlo Prisco

Cara Monica, se legge correttamente la frase da lei citata potrà constatare che l'animus sottrattivo è attribuito al medico. Capisco l'esigenza di difendere la categoria, ma il tenore letterale è inequivoco. Idem per tutto il resto: il problema è il pregiudizio da parte delle persone "di scienza", anche perchè in tutto ciò i servizi sociali non hanno potere decisionale e non sono il perito che dà impulso al tutto mediante la segnalazione. Proprio per questi motivi le criticità che lei ha giustamente ravvisato sono ascritte a medici e organi giudiziari.

Il dato numerico è poco rilevante: ciò che rileva è l'approccio, anche perchè i presupposti sono gli stessi che portano molte scuole a rifiutare il pasto veg, o, in altri contesti, a determinare discriminazioni. Penso che come vegana avrà notato che la maggior parte delle persone di scienza ritiene sbagliato e iniquo che i bambini vengano cresciuti vegani, e da questo falso presupposto muove tutto il resto.

3. On Friday, May 15 2015, 07:39 by tiziana

Basta rivolgersi a pediatri vegani.

4. On Friday, May 15 2015, 10:59 by Marco

beh, è ovvio che basta rivolgersi a pediatri vegani (nel senso di favorevoli, ben disposti e preparati sul tema). Però non sono molti e - piccolo particolare - bisogna pagare... Perchè tutti i genitori onnivori che pagano le tasse (e anche quelli che non le pagano, peraltro ;) ) possono usufruire comodamente di un(a) pediatra preparata vicino al proprio domicilio, mentre i genitori vegan debbono andare da un privato? Noi per es. ci siamo trovati esattamente in questa situazione: pediatra chiusa e impreparata, dunque non in grado di seguire nostra figlia, e impossibilità economica di rivolgerci a una pediatra pro-vegan, molto preparata e, peraltro, piuttosto lontana. La cosa interessante è che, come è giusto, il SSN prevede che sia fornita assistenza pediatrica che comprende aiuto a chi ha particolari problematiche o segue particolari regimi alimentari: bambini celiaci, di confessioni religiose che eliminano determinati cibi, bambini che per loro gusto non mangiano significative categorie di cibi, intolleranti o allergici, ecc.. Ora, in tutti questi casi i pediatri sono in genere preparati, e se non lo sono nello specifico, si informano o rimandano allo specialista più competente. Quando problemi analoghi sono legati al veganismo (tendenza a particolari carenze, alimentazione non abbastanza variata, necessità di consigli alimentari, necessità di integrazioni, ecc.), allora la riposta non è più di tipo medico o nutrizionale, ma, di solito, ideologico: "abbandonate questo tipo di alimentazione, perchè io come specialista non sono in grado di aiutarvi". Questo credo sia uno dei nodi. Che non si risolvono andando dal pediatra "vegano" (a meno che non vogliamo ammettere che il veganismo è roba da ricchi, come già dice spesso il senso comune).

5. On Tuesday, May 19 2015, 12:44 by monica

Mi scuso per il ritardo della mia replica in riferimento al commento del gentile Carlo Prisco.
Vorrei solo specificare un paio di punti.
Ho fatto presente il titolo di assistente sociale per una questione di trasparenza.
In questo caso, il mio interesse non è la difesa di categorie, bensì la difesa dalle strumentalizzazioni dei soggetti sulla base delle fobie.
Il mio commento si muove dalla mia esperienza, ossia dal fatto di essere a conoscenza e in parte vittima dei pregiudizi relativi a entrambe le categorie ossia "vegan" e "assistente sociale" ( per semplificare la discussione scrivo per etichette).

Vorrei scongiurare il rischio di un circolo vizioso, che potrebbe portare a giustificare la demonizzazione e l'uso di fobie per la difesa di altri soggetti.

Questo timore si è acceso leggendo la frase sull'antico pregiudizio rivolto agli assistenti sociali che "tolgono i bambini" e altri frasi come " Lo strumento di persecuzione, il “braccio armato” della “nostra” moderna inquisizione, sono i servizi sociali, a loro volta scatenati da medici, nutrizionisti o altri consulenti, presunti esperti di salute e alimentazione".

Vorrei solo essere certa che la lotta contro i pregiudizi rispetto un gruppo non si basi su pregiudizi
verso altri gruppi, ma appunto sia fondata su un' informazione che punti ai contenuti.

6. On Thursday, July 2 2015, 16:09 by luigi

Tutti i bebé nascono vegani, siamo vegani dalla nascita......
La societá avida di denaro ci ha fatto il lavaggio di cervello e facciamo crescere i nostri bambini in modo sbagliato.
Lo confermano due dei piú conosciuti pediatri in italia, osservate e ascoltate: https://youtu.be/py27s7SO5lo

7. On Thursday, July 2 2015, 19:28 by Ateonumero122434

In seguito alla pronuncia milanese un caso analogo è accaduto a Lecce, dove il Tribunale ha sottratto alla potestà dei genitori vegetariani la figlia di due anni, affidata a un istituto religioso, limitando le visite genitoriali al previo intervento dei servizi sociali volto alla “rieducazione”. Che bella cosa! Lo hanno dato ad un istituto religioso per rieducarlo... più che educarlo, indottrinarlo!

8. On Sunday, July 12 2015, 00:48 by cristina

Mamma mia quanto accanimento verso certe "categorie". Non ho parole. Non sono vegana anche se consumo poca carne. Rispetto comunque le scelte altrui fatte con criterio e consapevolezza. Io stessa non ho imposto nessuna scelta personale ai miei figli, cercando di condizionarli il meno possibile, sia in ambito religioso che, alimentare che, di vita. Non ho recitato la parte del Genitore bigotto che, predica bene e razzola male, comportandomi con loro spontaneamente e con buon senso senza sacrificare me stessa. Ho agevolato la curiosità, consapevole che, negare loro alcuni alimenti, avrebbe, forse, scatenato l'effetto opposto. La questione relativa all'educazione dei propri figli e', controversa. Ai figli dei vip sembra essere tutto permesso mentre, per le altre persone, questo sembra precluso o, peggio, passabile di "denuncia" finendo, in questo modo, per generare tensione gratuita all'interno delle famiglie che si sentono sotto controllo o, in balia di possibili ripercussioni legali. Lo trovo, per certi versi, pazzesco. L'estrema ipocrisia che permea alcune società e', alquanto sconcertante. Non solo, passabile di danno morale visto che, come ben sancito dalla costituzione, abbiamo delle sacrosante libertà che, ultimamente, finiscono calpestate generando proprio quella violenza che andrebbe evitata per i traumi che comporta, infinitamente superiori ai danni che, eventualmente, pretenderebbe di riparare. È risaputo, infatti, che in condizioni di salute ottimali, il nostro corpo tollera bene determinati alimenti. Molti sono i medici, anche di una certa fama che, adottano lo schema alimentare vegetariano. Io stessa sono stata vittima (con atrocità che non vi dico) di un tipo di giustizia indefinibile. Il mio caso l'ho persino esposto al vaglio della commissione europea e, sono profondamente preoccupata per le sorti dei miei fanciulli e non solo, per il fatto che, non intendo adeguarmi ad un certo tipo di falsa educazione che, non solo non mi convince, ma, ho visto con i miei occhi, essere fallace ed apparente. Priva di reale fondamento. Nel 2011, ho ricevuto il dono dell'illuminazione e, tutto per me è cambiato per sempre. Una volta che vedi la vera realtà in faccia non puoi accettare realtà malate e distorte. Sarebbe uno schiaffo alla vita. Sono finita sotto accusa per come "vesto" i miei bambini, da parte della scuola e, di come, a loro dire, non mi interesso a sufficienza di loro (all'epoca dei fatti avevano rispettivamente 8 ed 11) quando, invece ho semplicemente fatto il vero Genitore (che ad oggi e' raro, essendo la società, impermeata da psicopatici) assecondando la loro voglia di autonomia. Tutti noi sappiamo che l'età biologica non va di pari in passo con l'anagrafica. Si lancia un grido di allarme per la precocità con cui, i bambini di oggi crescono ma, è normale! Con tutti gli stimoli che li circondano non potrebbe essere diversamente. Rallentarli, significa esporli ad un malessere che non vi dico. Ecco la vera crudeltà. Ci si preoccupa dei bambini magri e grassi. Ora vi dico questo: un bambino magro non è necessariamente malnutrito o malaticcio. Costituzione a parte, spesso è un bambino vivo e che trae piacere dalla vita. Il vero problema è il bambino allargato che, spesso è infelice, lontano dal proprio centro e, se femmina, nutrita con carta carne, rischia lo sviluppo precoce per falso segnale che viene inviato al cervello. Ma, in pochi lo fanno presente. La mia situazione non è differente da quella esposta in questo articolo. Potrei, se la signora volesse, rilasciarle una intervista perché, il mio caso, e' divenuto internazionale per quanto polverone ho sollevato. Sappiate questo: agite con giustizia poiché, se toccate una persona inerme e "pura", con volontà, scatenerete un processo che nessuna legge terrestre potrà arginare. Ed è devastante.

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