Lettera di una madre vegetariana al corso pre-parto: non mi vergogno di stare dalla parte delle madri di altre specie
By Veggie Pride Staff on Tuesday, January 1 2013, 13:47 - Permalink
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una gestante vegetariana indirizzata all'ostetrica del corso pre-parto a proposito di un episodio avvenuto durante il corso, un'invettiva contro i vegan da parte dell'ostetrica scaturita dal rifiuto di utilizzare dello yogurt.
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Vi invio questa lettera non per intento polemico nei confronti della struttura ospedaliera, nè per mettere alla gogna la formatrice; piuttosto, mi sembra utile a fare riflettere sul peso e la gravità di comportamenti che spesso sono percepiti, sia da chi li mette in atto, sia dagli stessi vegetariani, come innocui o come battutine su cui sorvolare. Per questo, credo che episodi del genere non vadano taciuti, ma al contrario debbano essere raccontati e commentati per capirne il significato e fare sentire in modo fermo le nostre convinzioni.
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Le scrivo perché credo che la conversazione dello scorso incontro e il modo in cui si è svolta non meritino di essere lasciati cadere nel vuoto.
Se devo essere sincera non pensavo di continuare più a seguire il corso. Ovviamente non perché la divergenza di opinione mi turbi particolarmente (sulla questione sono ahimè abituata ad essere in minoranza), ma il modo in cui si è sentita in diritto di trattarmi davanti a tutti in virtù di tale divergenza (anche a questo purtroppo sono un po’ abituata), quello mi ha ferita.
Temo che in questo contesto non mi sentirò più a mio agio come avrei potuto e che avrò delle difficoltà in più a condividere la mia intimità, ma non voglio comunque rinunciare al diritto di provare a prendere da questo corso ciò che ancora posso.
Non ho certo bisogno di convincerla dell’importanza e della delicatezza di un momento come la gravidanza, né del ruolo prezioso che può avere il lavoro fatto insieme in questa sede, specie per chi come me ha scelto di iscriversi con piena consapevolezza. Per questo vorrei raccontarle quel che è successo dal mio punto di vista.
A proposito di un suo consiglio di utilizzare dello yogurt come antinfiammatorio, le ho chiesto se andasse bene quello di soia in alternativa a quello vaccino. Mi ha consigliato di procurarmi comunque quello vaccino per questo utilizzo, per cui ho dovuto esplicitare il fatto che non lo uso “per motivi etici” (non ho specificato quali e francamente non mi sembrava la sede per farlo).
La risposta è stata “oddio, non sarai mica vegana?”. Dopo questa reazione evidentemente scomposta ha liquidato la questione consigliandomi, non senza una punta di sarcasmo, di utilizzare una crema.
Non contenta si è lanciata in un’invettiva, apparentemente immotivata, contro i vegani e me in quanto tale.
Ha esordito mettendo le mani avanti: “io rispetto ogni scelta”. Considerando come si è espressa in seguito mi chiedo cosa intenda lei con la parola “rispetto”. Non ho potuto fare a meno di pensare a quelli che iniziano un discorso dicendo “io non sono razzista, ma…”.
Più precisamente ha specificato di rispettare ogni scelta “purchè si rispetti la mia”. Detto così non fa una piega, ma che cosa significa realmente? Che se una volta un islamico offende il suo dio cristiano, da quel momento si sente legittimata ad offendere ogni islamico che incontra? Sarebbe assurdo, ma è precisamente ciò che ha fatto coi vegani, dato che non mi sembra di essermi meritata le sue risposte con qualche offesa. O forse lei ritiene offensivo il fatto stesso che io mi permetta di non mangiare gli animali senza nemmeno vergognarmene? A questo punto ci ha raccontato del suo incontro in un precedente corso con una vegana, la quale è stata descritta come una moralista invadente che cercava di farla sentire in colpa perchè indossava una pelliccia. Può darsi che le modalità della critica mossa dalla ragazza fossero state effettivante spiacevoli (io stessa non apprezzo il ricorso al moralismo e al senso di colpa individuale quando si affrontano fenomeni di natura sociale), ma questo evidentemente non basta a spiegare come da una semplice domanda di carattere sanitario, lei sia arrivata ad attaccare e denigrare indiscriminatamente tutti i vegetariani, a difendere l’intero settore produttivo delle pellicce, spingendosi addirittura fino alla vivisezione (ovviamente difendendola, non usando argomenti, ma schernendo chi la critica: “per i vegani non andrebbe bene nemmeno una pelliccia di ratto, basti pensare alle campagne che fanno in difesa delle cavie”). Poi è passata a parlarci di sua nuora, aspirante vegetariana (non ha voluto risparmiarci proprio niente di sue esperienze, relazioni e pensieri che in qualche modo riguardassero i vegetariani), biasimando la sua attitudine alla cucina biologica - che non ho proprio capito cosa c’entrasse. Ci ha messe al corrente di come ha affrontato la divergenza di opinioni con la nuora: dopo aver affermato, anche in questo caso, di rispettare le idee di tutti purchè siano rispettate le sue, le ha detto che non avrebbe tollerato che la bambina, sua nipote, venisse cresciuta senza mangiare carne e che avrebbe fatto quanto in suo potere per impedirlo. Il messaggio è arrivato chiaro anche a me: lei ritiene che io non abbia il diritto di crescere mia figlia secondo le mie convinzioni e se potesse mi impedirebbe di farlo. Perché questo? Ritiene forse che quando le nostre scelte vanno ad influire su un altro soggetto (un bambino, per esempio) il nostro diritto ad esercitarle possa dover subire delle limitazioni? Questo è ovvio ed è precisamente questo il motivo per cui non mangio gli animali e non li darò a mia figlia. La carne è gustosa e, per quanto non sia necessaria, può essere una buona fonte di alcuni nutrienti, ma la questione non riguarda soltanto me e mia figlia, essendo quella carne il corpo di qualcun altro. Va da sé che non dare la carne ai figli costituisce un’imposizione, proprio come dargliela. Non era certo nelle mie intenzioni entrare nelle scelte di nessuno, ma dato che ha voluto sollevare la questione con tanta insistenza, a questo punto non posso fare a meno di rivolgere io a lei una domanda che mi ha proprio tirato fuori al di là delle mie intenzioni: come concilia la sua idea che sia lecito fare ciò che si vuole alla sola condizione di non nuocere ad altri col fatto di mangiare animali? Mi sembra evidente che lei vuole mangiarsi gli animali senza che nessuno provi a impedirglielo (mercoledì nessuno ci ha provato) e senza per questo ricevere critiche (in effetti nessuno gliene ha mosse). Ma tutto ciò non le basta: vuole che i vegetariani, semplicemente, non esistano, o che almeno fingano di non esistere. Simbolicamente lei vuole negare e ridicolizzare i vegetariani per rimuovere ciò che implicitamente rappresentano: la critica dello sfruttamento animale. Come per ogni “categoria”, esistono vegetariani stupidi e intelligenti, ignoranti o colti, presuntuosi o umili. Alcuni ci arrivano per un percorso emotivo, altri per un percorso razionale, più spesso per entrambi. Ma il punto non è stabilire come sono i singoli vegetariani, il punto è che la loro pratica è perfettamente fondata sia razionalmente che politicamente. Il problema che lei ha col vegetarismo – mi permetto di dire che è un problema suo e non mio – l’ha indotta a evidenti scorrettezze nella conduzione del gruppo. In particolare ha cercato la complicità delle altre mamme contro di me, approfittando peraltro della sua posizione di “forza” in un rapporto asimmetrico. A prescindere dal vegetarismo, credo che questo comportamento, da parte di chi dirige un gruppo di lavoro, sia sempre sbagliato. In questo modo lei gestisce un servizio al pubblico senza garantire che chiunque possa fruirne allo stesso modo indipendentemente dalle proprie idee politiche. Non si tratta peraltro di un servizio qualunque, come un corso di scuola-guida o una visita medica, ma di un’attività che interviene sul piano relazionale ed emotivo in un momento particolare e delicato come la gravidanza. Da una decina d’anni ho scelto di non bere il latte perché ho sempre trovato inaccettabile lo sfruttamento che questo porta con sé. Ho sempre pensato di capire molto bene quello che provano le mucche nell’essere fecondate a forza, nel vedersi strappato il figlio, nel vedere il proprio corpo spremuto, senza mai potersi opporre… ma mi rendo conto che solo ora che anch’io aspetto una bambina posso davvero capire, forse, cosa possa essere una maternità imposta, programmata, gestita e interrotta da altri. Se solo penso al disagio che mi provoca l’idea di poter essere separata da mia figlia appena nata durante le visite mediche di routine, al sollievo che ho provato quando ho trovato un ospedale che mi consentisse fin da subito di averla con me notte e giorno, mai come adesso rifiutare il latte mi sembra una doverosa forma di solidarietà che da madre do ad altre madri. Sinceramente non trovo giustificazione per la violazione sistematica dei corpi degli animali. Tuttavia ho sempre cercato di non giudicare chi individualmente, per vari motivi, continua a mangiare carne: non penso sia corretto riversare sui singoli le responsabilità di un intero sistema da cui cui mi rendo conto che, per un singolo, non sia sempre facile prendere le distanze. Questo non significa che sia disposta a tollerare di essere io a venire giudicata perché ho fatto questa scelta. Infine, lei si augurava che io non ripetessi l’attacco alle pellicce fattole da un’altra ragazza vegana, senza che nulla di concreto potesse indurla a pensare che fosse nelle mie intenzioni. Ora sono io ad augurarmi che al prossimo corso non si ripeta nei miei confronti quello che è accaduto nei confronti di questa ragazza: che le idee che ho espresso siano derise e criticate in mia assenza (e io stessa con loro), in un luogo pubblico, di fronte a persone che non mi conoscono e con riferimento a fatti e circostanze che pure non conoscono.
Comments
grazie per questo fulgido esempio di correttezza e dignità morale.
Hai il mio totale rispetto.
eccellente risposta! mi auguro che nella sua bendata alterigia, riesca a comprendere il significato. Grazie per averla condivisa
Grazie!
Raramente trovo qualcuno che apprezza la mia scelta.
È bellissima questa lettera, complimenti all'autrice per la sua chiarezza e per il rispetto che dimostra anche nei confronti di chi glielo ha negato. Sono felice di sapere che esiste una mamma (e una bimba) vegan in più! Credo sia un'esperienza meravigliosa. Brava!!
Grazie per la testimonianza e per aver condiviso questa sua sgradevole, ma di certo "ricca" esperienza. Chi ci disprezza, ci svaluta, ci svilisce portando solo pregiudizi privi di ogni rispetto ed argomentanzione ci rende solo più forti aumentando il proprio disagio e interno controsenso. Persone così intolleranti non dovrebbero far parte della classe medica e/o paramedica, ma invece è vero spesso il contrario. Pazienza, noi tiriamo diritti per la nostra strada, consapevoli e sicuri della nostra scelta etica di vita.
Grazie davvero per questa bella testimonianza! Capisco perfettamente quello che hai passato,anche se non ho vissuto la stessa esperienza. Ma mi trovo molto spesso a dibattere con persone, i più chiusi sono proprio i medici o biologi, che non solo non accettano la "nostra" etica e scelta di salute, ma si sentono assolutamente in dovere di dirci che non siamo nel giusto, ma questo senza mai essersi presi la briga ( ne sono convinta )di andare a vedersi gli studi sugli effetti dell'alimentazione onnivora sulla salute. E quando parli di etica sono pronti a dirte che ci sono bambini che soffrono e noi a pensare agli animali....!! Certo, come se le cose non fossero collegate! Chi ha a cuore la vita di un animale non può non avere a cuore, ancora di più, quella di un essere umano inerme e dipendente dagli adulti, un bambino!! Mi sono dilungata, scusa.. Grazie e sappi che non facciamo molto "rumore" ma siamo una foresta che cresce a dispetto degli alberi che cadono!!! Clara
Grazie per la tua preziosissima testimonianza. Tua figlia avrà per mamma una persona eccezionale e degna di ogni rispetto.
In bocca al lupo per tutto.
Gentile mamma, io credo che tu abbia mostrato fin troppo rispetto per un'ignorante totale come quell'ostetrica, che probabilmente non sa neppure di cosa parla vista l'ignoranza in materia di alimentazione di tanti operatori sanitari. Hai fatto male a lasciare che ti umiliasse davanti a tutti, e' una persona ignorante e come tale merita di essere messa a posto. Avevi diritto a un contraddittorio davanti a tutti, e non ad una semplice lettera che leggera' solo lei e non le altre gestanti. Ci vuole piu' carattere e piu' personalita'.
E neppure un accenno al fatto che la carne e' notoriamente cancerogena, cosi' come i latticini..... e che e' un falso mito l'idea che sia necessaria. ma poi cosa e' gustoso nella carne degli animali? Se fosse gustosa la troverebbero gustosa gia' da cruda come gli animali carnivori, e non cotta e condita con mille erbe e spezie per mascherare il sapore del sangue. Un bambino non mangerebbe mai un animale. Che senso ha discutere di etica con una persona rozza e ignorante come quell'ostetrica? E con quale diritto si permette di interferire nella vita personale di sua nuora e di un'altra famiglia e di imporle le proprie scelte? Queste persone arroganti sono fortunate a trovare persone deboli e senza polso.... con me non durerebbe 2 minuti.
Complimenti davvero per l'equilibrio e l'eccellente lezione di civiltà che traspare da ogni riga di questa bellissima lettera.
Magnifica.. Io non sarei stato così democratico.. Tuttavia voglio fare un appunto: basta farsi ridicolizzare. Ricordatevi che avete fatto questa scelta anche per il bene degli altri, visto che il mercato dei cibi-killer è il principale responsabile di inquinamento e riscaldamento globale. Non permettete che vi si offenda, difendete le vostre opinioni fino alla morte e sputtanate gli ignoranti subito, a caldo, avete i mezzi per farlo!!!
Mary, quella della carne cruda che piace ai veri onnivori (che non la mangiano cotta) la dico sempre, e lascia la gente senza parole :)
Grazie da parte di tutti, per le parole che hai scritto e tanti auguri per la creaturina in arrivo!
Premesso che trovo l'intero movimento vegano e vegetariano contrario alle mie idee e per me del tutto irrazionale, ciononostante penso che se la descrizione dell'avvenimento è corretta, ci sarebbero anche gli estremi per agire in via giudiziaria visto che un comportamento del genere è alquanto ingiurioso e soprattutto rende impossibile accedere ad un servizio pubblico che dovrebbe essere svolto nel massimo rispetto di tutti.
Ha fatto bene l'autrice a lanciare un messaggio diretto e chiaro alla maleducata e male informata ostetrica.
Noi vegetariani e vegani siamo, purtroppo, costantemente presi di mira da critiche pungenti più o meno velate se non addirittura offese nude e crude. Capisco anche quanto può essere stato difficile affrontare la situazione in un contesto del genere, davanti a persone sconosciute e mettendosi in aperto contrasto con la relatrice. Non tutti hanno il carattere adatto e bisogna anche considerare che la protagonista non si aspettava un attacco simile.
Avrei una domanda per AlleTi, senza intenzioni polemiche premetto ma solo per aprire un confronto: che cosa trova di così irrazionale nella scelta di non mangiare più carne e/o derivati animali? E' notizia recente che la Svezia ha proposto una tassa proprio sul consumo di carne, per educare la popolazione ad una corretta alimentazione e al rispetto dell'ambiente, non escludendo le motivazioni etiche.
Sa che solo in Italia vengono macellati ogni anno circa 5.000.000 di bovini, una cifra che non può non far riflettere, che gli allevamenti intensivi hanno un impatto importante nell'immissione in atmosfera di gas serra e che per produrre un chilo di carne occorrono oltre 15 mila litri d’acqua? Questo senza considerare naturalmente le condizioni di detenzione e di trasporto che spesso producono grandi sofferenze agli animali, per di più in contrasto con le norme vigenti.
Il rispetto e l'umiltà sono alla base di questa nostra vita e chi non li ha radicati in se non avrà scelta nella scala dell'evoluzione. Ho subito per decenni critiche ed intromissioni per aver scelto di curarmi unicamente con medicine alternative e per aver insegnato ai miei figli il rispetto delle idee proprie ed altrui. Veramente difficile per una persona sola, responsabile della crescita di due figli, continuare a percorrere un certo cammino (soprattutto 35 anni fa) totalmente contrario allo schema generale. Sono convinta che molte persone, vuoi per comodità o per ignoranza, non si pongano il problema alla scelta di una vita alternativa, rischiando così di alimentare quella catena che lentamente sta conducendo il nostro meraviglioso pianeta e la nostra vita stessa all'autodistruzione. Sorrido quando mi danno della pessimista, anzi direi il contrario.Credo ancora nell'essere umano e non voglio smettere di sperare che qualcosa possa cambiare, basterebbe che una persona, aprendo gli occhi una mattina, iniziasse a porsi qualche domanda, e a sua volta la ponesse ad un'altra. Il cuore non è solo un muscolo e se una una piccola emozione può accendere quella sciltilla che spalanca le porte della conoscenza, allora siamo salvi.
Credo che tutto questo tema si descrive molto bene in queste poche parole:
"il modo in cui si è sentita in diritto di trattarmi davanti a tutti in virtù di tale divergenza".
E credo che siamo noi stessi, i vegani, che attiriamo queste attitudini.
Se ci trovassimo in una situazione simile e la discussione non trattasse del veganismo, sicuramente dopo due parole ci alzeremmo e metteremmo fine all'attacco. Con parole, con attitudini, con uno sguardo, con un "ma le chi si crede di essere per parlarmi in questo modo?". Molto probabilmente non si inizierebbe neanche, una discussione tale, la gente non si sente in diritto di dirti quello che devi o non devi fare al di fuori di certi temi. Il veganismo è uno di quelli.
Siamo abituati ad essere in minoranza, siamo abituati a che la gente ci prenda per strani, eccessivi, persino pazzi, come possiamo rischiare cosi la nostra salute? Immediatamente qualunque persona che ci vede per strada si converte in un nutrizionista di professione. E quando si tratta della salute delle persone di cui siamo responsabili è ancora peggio.
Sono stanca di sentirmi così. E spero che anche tutti voi lo siate. Ricordo aver ascoltato, anni fa, una frase di un ragazzo gay durante una delle Love Parades quando ancora si facevano a Berlino. La frase era questa:
"Dieci anni fa volevamo il diritto alla differenza. Adesso vogliamo il diritto all'indifferenza"
Non mi piacciono le lotte. Semplicemente, cambiamo la nostra energia, la nostra attitudine. Facciamo in modo che essere vegano sia una cosa normale. Facciamo in modo che vivere di forma etica non sia più una cosa strana, diversa, che fa paura, perché non ci sentiremo più strani, diversi, magari anche migliori (non lo siamo). Facciamo in modo che una vita vissuta infliggendo la minore sofferenza possibile ad altri esseri viventi non sia uno svantaggio ma sia considerata un modo di vivere come un altro.
Durante la maggior parte della mia vita non sono stata vegana, quindi non mi permetterei mai di giudicare nessuno, anche perché (e soprattutto)... chi sono io per giudicare? Nessuno. Anche se posso non rispettare le loro azioni, parole o pensieri, rispetto tutti gli esseri viventi e il loro diritto di vivere la loro vita come vogliono e come possono, inclusi naturalmente gli animali umani. E proprio per quello che non permetto a NESSUNO di calpestare questo mio diritto a essere rispettata. Qualunque persona può esprimere la propria opinione, pero non permetterò in nessuna circostanza che si erga giudice della mia vita.
E un'ultima cosa vorrei dire. Anche se in questo caso non si tratta del perché una persona diventa vegana, è per me inconcepibile che un professionista della salute non sia per lo meno informato sui vantaggi di una dieta totalmente vegetariana. C'è talmente tanta informazione a disposizione di tutti che chi non la riceve è perché non ha l'intenzione di averla. La proteina animale non è ne necessaria ne sana per la nostra specie. Non siamo vegani solo per gli altri, siamo vegani per noi stessi, per i nostri figli e per il nostro pianeta.
complimenti, ho letto tutta la lettera, hai tutta la mia ammirazione; di fronte alla mancanza di rispetto non è giusto attaccare ma nemmeno stare in silenzio, bravissima hai usato parole molto giuste. buona vita, monia
...ti serve un buono psikiatra cara mia,xke' uno psicologo non ti basterebbe !
..fatti aiutare e mangia di tutto un po'frutta e verdura giornalmete,carne ,pesce,uova,formaggi,come Dio comanda !!
..senza eccessi di niente ! ..tutto con moderzione e gusto !
..Vegani significa ammalarsi lentamente e vivere costretti da un credo apparenttemente salutare,ma lentamente aggravante sul propio fisico e sulla propia igiene mentale !!
..Igor
Una bellissima lettera, limpida e puntuale, civile e ferma. Grazie davvero, e auguri di tutto cuore per Lei e per il Suo cucciolo :-)
"Più precisamente ha specificato di rispettare ogni scelta “purchè si rispetti la mia”. "
significa appunto, che se vuoi rispetto devi pure darlo. tu, in quanto vegetariana, sicuramente odi chi mangia carne, ritieni di essere migliore di loro, e ritieni che tu sicuramente darai un'educazione migliore a tua figlia rispetto alle madri che mangiano carne che sicuramente saranno tutte cattive e crudeli.
lo dimostrano molte frasi, ad esempio "rifiutare il latte mi sembra una doverosa forma di solidarietà che da madre do ad altre madri" o " Sinceramente non trovo giustificazione per la violazione sistematica dei corpi degli animali." che fanno chiaramente capire che anche tu giudichi male chi non compie le tue stesse scelte.
Inutile, la mia esperienza con i vegetariani questo mi insegna: tu non ti vergogni per la tua scelta di non mangiare carne? perfetto, per me va benissimo...ma nemmeno io però mi devo vergognare per la mia di mangiarla.
La signora del rcconto ha esagerato, ma visto il suo background non mi riesce difficile capire il perchè. anche io sono stufa di sentirmi giudicata per ciò che metto in bocca( della serie: "puoi donare sangue, fare volontariato in oncologia, fare compagnia alla vicina anziana e sola o aiutare economicamente l'amica in difficoltà, ma se non sei vegetariana o vegana sei comunque una persona cattiva, maligna, orribile, egoista ecc ecc ec!!", che è quello che voialtri pensate di noi!
in realtà, io non sono affatto d'accordo che si debba rispettare ogni scelta "purchè si rispetti la mia". Il rispetto (parola un po' vuota: diciamo che qui sembra si intendano atti concreti, come non discriminare per un'idea o un'abitudine o una pratica) si dovrebbe dare comunque, se si pensa si debba dare, e non per "reciprocità". Per es., io non brucio le chiese di una determinata religione perchè non mi sembra giusto farlo dato che i fedeli di quella religione hanno diritto di pregare nella loro chiesa; se alcuni fondamentalisti, fra i membri di tale religione, bruciano le chiese altrui, magari anche le mie, questo non cambia nulla. Mi opporrò al fatto che mi brucino la chiesa, ma il rispetto che devo al loro diritto di pregare non cambia, se penso che tale rispetto sia sensato.
La seconda questione è: perchè ti senti colpevolizzata da affermazioni del tipo "rifiutare il latte è una forma di solidarietà?" "non trovo giustificazione per la violenza sugli animali"? Sono affermazioni lecite, su cui puoi non essere d'accordo. Io le condivido in pieno, eppure non penso che i carnivori siano persone cattive. Questo però non significa che non posso pensare che l'atto di mangiare carne sia sbagliato e vada contestato, nè che non posso dirlo (ci mancherebbe).