Cronaca marrone - quando lo stragista è vegano...
By Veggie Pride Staff on Friday, December 21 2012, 09:52 - Permalink
Cronaca Marrone L'ennesima strage dell'informazione
di Barbara X
Quando un illustre sconosciuto balza agli onori delle cronache, si cerca sempre di saziare la fame di notizie e dettagli riguardanti la sua vita privata. Ciò avviene indifferentemente per tutti i protagonisti delle prime pagine dei giornali, per chi -per un motivo o per l'altro- si è messo in luce, anche solo per un giorno. E così ecco che negli ultimi giorni molte redazioni giornalistiche statunitensi hanno setacciato la vita privata di Adam Lanza, l'assassino di Newtown, l'autore (poi suicidatosi) della strage americana dello scorso 14 dicembre in cui sono state uccise ventisei persone. "Adam Lanza: vegano, sociopatico, ballerino. E non uccideva animali." Ecco dunque le prime indiscrezioni che trapelano sulla vita privata del killer di Newtown. Sicuramente ci saranno stati altri elementi, magari ben più importanti, da porre in risalto, ma i media, all'unisono, hanno preferito comunicare tali note biografiche, puntualmente riportate anche dagli organi d'informazione nostrani.
L'assassino Adam Lanza sarebbe dunque stato vegano, cioè avrebbe eliminato la violenza e la morte di animali dalla propria dieta. E' questo il primo dato che ci viene fornito. Successivamente ci viene detto che era un sociopatico, cioè -in parole povere- un individuo che presentava rilevanti disturbi della coscienza e della personalità, un antisociale. E infine, un ballerino. Quest'ultimo aggettivo mi ha irrazionalmente ricordato il nome di Pietro Valpreda, l'anarchico ingiustamente accusato della strage di Piazza Fontana e vittima per anni di un orribile linciaggio mediatico ("Il crimine ha oramai una fisionomia precisa: il criminale ha un volto (…). Il Valpreda ha, nonostante i 37 anni, un aspetto da giovane piuttosto beat, che si accorda del resto con l'attività di ballerino; ma la sua salute è insidiata da un’infermità grave, il morbo di Burger. La menomazione che lo impedisce, lui ballerino, nelle gambe, potrebbe avere contribuito a scatenare una forsennata e irrazionale avversione per l’umanità intera." Mario Cervi in La propaganda del terrore, "Corriere della Sera" del 17-12-1969).
Al di là dell'inopportuna associazione di idee, credo si sia voluto dare risalto anche all'aggettivo "ballerino" per la pedestre volontà di sottolineare la stravaganza che avrebbe accompagnato nella sua breve vita l'assassino di Newtown, quella così poco comune, anticonformistica e spensierata leggerezza che inevitabilmente richiama al dileggio verso norme e responsabilità.
Ma ciò che più colpisce è il palese intento di vellicare gli istinti vegefobici della massa, accostando la dieta vegana a un assassino. Che sempre più persone nel mondo stiano abbracciando questa dieta e prendendo coscienza della sofferenza delle vittime animali negli allevamenti e nei macelli, è un dato di fatto, - come è un dato di fatto il livore da parte di chi non riesce a liberarsi dalla schiavitù a un condizionamento culturale che fa passare per necessario il consumo di carne, ovverosia un drammatico capriccio alimentare dei paesi civilizzati, capriccio che va a devastare la vita di popolazioni allo stremo nelle aree più povere del pianeta. Ideare titoli di tal fatta significa anche schierarsi dalla parte di chi fa in modo di tenere in piedi il quotidiano martirio industrializzato di milioni e milioni di vittime animali in tutto il mondo, "un mondo sbagliato".
"Hai sentito? Quello della strage in America era vegano... Meglio continuare a mangiar carne, se i vegani sono questi." Ecco una frase che ho sentito due giorni fa mentre attendevo il mio turno al panificio sotto casa. Ed ecco l'effetto che generalmente si vuole ottenere quando si lanciano certi messaggi: l'approvazione della massa, legittimata a coltivare la propria miopia, se non addirittura la propria cecità, andando a rinsaldare le fila di coloro che sostengono l'assurda tesi idiota secondo cui chi amerebbe gli animali altro-da-umani nutrirebbe disprezzo per gli umani (quando invece è vero l'esatto contrario). Fortificare l'ignoranza e mantenere la massa a un certo livello di conoscenza, la condizione ideale affinché non possa nuocere con pensieri e iniziative atte a sovvertire questo orripilante Stato Di Cose: ecco lo scopo dei media di regime, oggi come ieri. Si tratta di un'operazione giornalistica molto comune, di vero e proprio terrorismo mediatico per screditare qualcuno o qualcosa che in qualche maniera tornano scomodi a questo sistema che da sempre si regge sulla violenza, sui divieti, sull'ordine, sulle leggi, sulla repressione.
Come donna ex trans io ho per esempio potuto constatare negli anni la scarsità di considerazione e la violenza del linguaggio che vengono riservate alle persone trans negli articoli di cronaca (ma non solo), dove tutto, ogni singola parola, sembra essere funzionale all'incomprensione e all'ignoranza della massa. Se i media trattassero in maniera più corretta le persone gay, lesbiche, trans, queer, queste stesse persone oggi non si troverebbero a dover affrontare così spesso gravi (e talvolta drammatici) problemi di convivenza nel consorzio civile. In definitiva, occorre allontanarsi dalle cosiddette armi di distrazione di massa, e formarsi una propria coscienza con i libri, documentandosi, cercando di avvicinarsi il più possibile alle vittime di questo sistema che sta affogando nella sua stessa crudele esasperazione, alle vite che scivolano via nel silenzio e nel buio, nella tragica irrazionalità di un delirio che appare senza speranza.