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Tuesday, November 3 2015

Il catalogo degli schemi retorici più usati contro i vegetariani

lisa-simpson-vegetariana.gif fonte: filosofiprecari.it

Per correttezza mettiamo le carte in tavola, e lo facciamo nel primo rigo di questo intervento: chi scrive segue una dieta vegetariana. Nessun giudizio su chi non lo fa. Al contrario: spesso il nostro problema è solo quello di difenderci, in quanto, psicologicamente, essere vegetariani può rappresentare per alcune categorie di onnivori (per fortuna limitate) una sorta di accusa implicita alle altrui abitudini, e provoca spesso reazioni. Queste reazioni sono poi condizionate dalla madre di tutti gli errori: la dissonanza cognitiva.

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Thursday, May 14 2015

L’ultima inquisizione (togliere i figli ai genitori vegetariani) - di Carlo Prisco

bimbocon.jpg

Ci risiamo: Anno del Signore 2015, Italia, la caccia alle streghe è ancora aperta.

Le “streghe” non finiranno mai, finchè esisteranno il pregiudizio e la discriminazione, e in questo caso a farne le spese è anche la scelta etica e alimentare vegana.

Lo strumento di persecuzione, il “braccio armato” della “nostra” moderna inquisizione, sono i servizi sociali, a loro volta scatenati da medici, nutrizionisti o altri consulenti, presunti esperti di salute e alimentazione.

I fatti, in breve: un pediatra visita un bimbo vegano (di 10 mesi) e, in base alle tabelle di crescita media, sancisce che “cresce poco”. A un bimbo onnivoro sotto le medie percentili, se mai, verrebbe prescritto qualche controllo o una integrazione alimentare. Se mai. Non così per un bimbo vegano, perlomeno nella mente di alcuni “specialisti”, secondo i quali vale l’equazione “veganismo = malnutrizione” e per cui qualsiasi circostanza sfavorevole vale come prova dell’equazione. Che la salute non si misuri dalla statura o dal peso, o dalla velocità con la quale queste aumentano, poco importa: contano i numeri. Numeri basati su bimbi svezzati con carne e magari perfino con latte vaccino, quindi con sostanze iperproteiche e cariche di steroidi e ormoni, o, come nel caso del latte di mucca, progettate dalla natura per far crescere i vitelli.

Insomma, sarebbe come paragonare una pianta innaffiata con l’acqua e una cresciuta con fertilizzanti chimici, e concludere che la prima sia malata in quanto cresce meno velocemente della seconda.

Fin qui nulla di strano: i casi di “malasanità” sono ben noti (cosa sia, poi, in concreto, la sanità e quali reali benefici essa apporti è un altro paio di maniche), specie nella nostra penisola. Il problema nasce dal fatto che, in questo caso, le opinioni personali o le lacune professionali non sono rimaste confinate alla sfera individuale dell’esperto, ma sono sfociate nella famigerata segnalazione ai servizi sociali, affinchè questi intervengano mobilitandosi per sottrarre il minore all’affido genitoriale, passando attraverso una decisione del Tribunale.

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Thursday, February 12 2015

Il veganismo come scacco dell’animalismo – di Rodrigo Codermatz

Fonte: carnivoro.jpg I vegani inneggiano al trionfo perché l’ennesimo supermercato e ristorante in città ha aperto la sua linea vegana e organizza l’aperitivo vegan con passeggiata a piedi nudi sul prato e tuffo in piscina, perché nutrizionisti, biologi, specialisti dell’alimentazione, sportivi, pediatri e salutisti si interessano al mondo vegan, perché affiorano dappertutto serate, happy hour, cocktail, incontri con lo chef e l’esperto vegan, etc. La moda è esplosa! Altroché trionfo! Allarme rosso, invece! Lasciamo pure che l’ingenuo vegano sia accecato dall’entusiasmo e dall’illusione che il mondo stia finalmente ascoltando e prendendo sul serio le sue “bizzarrie”. In realtà ciò che sta trionfando e costituendosi velocemente sotto l’egida del sistema è un nuovo carattere sociale ben definito, un vero e proprio stereotipo atto a screditare le istanze più inquietanti e le ragioni più evolutive e progressiste che stanno alla radice di una scelta diet-etica vegan: istanze e ragioni che si prendono cura dell’animale non più come oggetto (intendendo per ‘oggetto’ il referente della sovranità) ma come l’altro-capace-di-soffrire-e-morire.

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