Carcere per i genitori vegan?

veganbimb.jpg

Una parlamentare di Forza Italia (Elvira Savino) ha presentato una proposta di legge che prevederebbe fino a un anno di carcere (due se il bimbo/a ha meno di 3 anni) per i genitori che adottino per i figli/e una dieta vegan. Al di là del reale pericolo di approvazione di una simile legge - per fortuna molto remoto - occorre chiedersi quale sia l'effetto, sulla società, del fatto stesso di proporre una misura di questo tipo.

Per prima cosa, è il caso di notare come gli effetti della proposta non siano tanto significativi sul piano legislativo (dato che difficilmente verrà approvata una legge del genere) o sul piano del dibattito parlamentare, quanto sul piano mediatico e dell'opinione pubblica. La notizia dell'iniziativa della parlamentare, infatti, diventa subito una ghiotta occasione per mettere implicitamente sotto accusa il veganismo etico. L'articolo di "Repubblica" che annuncia la proposta di legge costituisce un ottimo esempio di come tali notizie non servano tanto a dissuadere i genitori che fanno mangiare vegan ai figli, quanto a creare un clima di diffidenza generalizzata nei confronti del rifiuto di mangiare animali o prodotti del loro sfruttamento. Inoltre, le modalità in cui viene presentato il testo di legge e il modo in cui viene riassunto possono far passare alcuni messaggi, neanche troppo subliminali, che contribuiscono a marginalizzare il veganismo come pratica di solidarietà interspecifica. Per esempio, vengono usate espressioni, en passant, come "eccessi ideologici", "condotte alimentari incaute e pericolose", espressioni che vengono associate, come se si trattasse di una cosa ovvia, al regime dietetico vegetariano / vegan. Viene poi, prevedibilmente, introdotta in modo acritico l'idea dell'"imposizione" della dieta ai/lle minori da parte dei genitori. Anche questa idea, largamente diffusa nei discorsi vegefobici "popolari", viene data per scontata, escludendo anche solo la possibilità di discutere sul carattere impositivo di qualsiasi regime alimentare seguito da persone che, come bambini e bambine piccole, possono scegliere i cibi solo fino a un certo punto. La notizia di una proposta di legge che punisce i genitori vegan permette poi di ribadire la gravità di una serie di casi di malattia, carenze, morti di bambin* vegan, al di là del fatto che tali casi si siano poi rivelati "bufale" giornalistiche, frutto di inesattezze, allarmismi, e così via. Ma il punto centrale, il messaggio portante della proposta di legge e della sua risonanza mediatica, risiede nella sua stessa pensabilità, nel fatto che possa essere concepita e sostenuta. Nel momento stesso in cui si propone la galera per i genitori vegan, in fondo passa l'idea che si stia parlando di qualcosa di sensato, qualcosa che rientra nel novero delle possibilità, che rientra fra le possibili misure di salute collettiva, fra le possibili norme a tutela dei bambini (che, si sa, sono un argomento che fa molta presa sull'opinione pubblica). Questa è già di per sè una criminalizzazione delle diete vegane, dal momento stesso in cui si costringe l'opinione pubblica a discutere su quanti anni di prigione siano appropriati per una scelta esercitata nei limiti della potestà genitoriale (una potestà genitoriale che oggi, di fatto, permette l'esercizio di innumerevoli violenze fisiche e psicologiche sui/lle minori). Come dire che, se una parlamentare è arrivata a proporre la galera per i genitori che fanno mangiare vegan i propri figli, qualcosa di preoccupante nel veganismo dovrà pur esserci...

They posted on the same topic

Trackback URL : http://it.vegephobia.info/index.php?trackback/65

This post's comments feed