Senigallia, il sindaco nega i menu vegani alla mensa scolastica

lisa.png Fonte: Corriereadriatico

SENIGALLIA - Il sindaco nega il menu vegano alla mensa scolastica. E le famiglie che lo hanno richeisto non ci stanno affermando che si tratta di una violazione alla Costituzione. Portavoce della protesta è Carla Tomasini la quale sottolinea che con il rifiuto da parte del sindaco Maurizio Mangialarsi si contravviene «alle "Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolatica" proposte dal Ministero della Salute che a pag. 22 cita testualmente "Vanno assicurate adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali».

«Tutto questo - sottolinea Tomasini - accade alla fine dell'anno scolastico in corso, quando la domanda è stata presentata all'inizio dell'anno. Inoltre le motivazioni addotte sono alquanto confuse: si parla di troppe nuove tendenze alimentari da soddisfare come i Locatariani o gli Ecotariani (si tratta di gruppi di consumatori catalogati dal mercato per ragioni meramente statistiche e inesistenti ai fini pratici), oppure di Macrobiotici e Crudisti (che esistono da moltissimi anni, ma sono stili alimentari sconsigliati in età pediatrica). Nei comuni limitrofi, grandi o piccoli (Ancona, Jesi, Chiaravalle, Serra de' Conti, per citarne alcuni) è contemplato il menu vegano.



«Ricordiamo inoltre che il numero dei bambini vegani è in netto aumento ed è uno stile alimentare considerato salutare e vantaggioso rispetto a quello onnivoro dall'Ada (American Dietetic Association; 2015). Il Comune di Bologna ha infatti provveduto creando 2 possibili scelte di menù scolastico: onnivoro (il più salutare, biologico, locariano ed ecotaariano possibile) e vegano (dove rientrano non solo vegani, ma anche vegetariani, musulmani, induisti, intollleranti al latte...), essendo i due tipi di menù ormai più richiesti. Indipendentemente dalle abitudini alimentari o dalle scelte etiche di ciascuno è un abuso negare un diritto laddove la legge lo sancisce.

«È ritenuta una violazione dei propri diritti da parte di queste famiglie, almeno quanto potrebbe esserlo obbligare dei bambini musulmani al consumo di maiale o impedire il catechismo a dei bambini cattolici (per rendere l'idea di quanto sia forte l'impatto psicologico per chi ha fatto questa scelta). Come famiglie continuiamo a credere nella scuola pubblica e nel cambiamento di questo paese.

«Con la speranza che le istituzioni comprendano meglio le ragioni di questi cittadini e che si aprano al dialogo per trovare insieme una soluzione, attendiamo un esito favorevole a questa vicenda».

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