Disobbedire al grande massacro e ritrovarsi per strada

Durante la manifestazione per l'abolizione della carne, svoltasi recentemente a Ginevra, alcuni passanti hanno commentato il presidio dedicato ai miliardi di animali uccisi per il consumo umano.

Alcuni di questi assomigliavano al tipico scherno vegefobico che si verifica spesso quando si cerca di sollevare la questione animale:

Un jeune garçon s’arrête, lit les pancartes et lâche, vaguement ironique, à ses camarades: «Ce genre de manif me donne envie de manger un hamburger. Tous au McDo!»

Un giovane si ferma. Legge i cartelloni e, vagamente ironico, se ne esce con suoi amici: «Questo genere di manifestazione mi fa venire voglia di mangiare un hamburger. Tutti da Mc Donald's!»

Ma è soprattutto un altro commento che lascia un po' di amarezza:

Un sans domicile fixe, tirant sa valise à roulettes, corrige à sa manière désillusionnée: «Je suis végétarien depuis trente ans d’existence. Ce choix m’a valu de ne plus pouvoir m’asseoir à la table de mes proches, de perdre mes amis et de me retrouver à la rue.»

Un uomo senza fissa dimora, trascinando il suo trolley, commenta in un suo modo disincantato: «Sono vegetariano da trent'anni. Questa scelta mi è valsa di non potermi più sedere a tavola con i miei parenti, di perdere i miei amici e di ritrovarmi per strada»

Sembrerebbe che la possibilità di essere legittimamente inclusi in questa società dipenda, a volte, dall'obbedienza al grande massacro.

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