L'opzione veg* nelle mense? Dove c'è non viene pubblicizzata

Nonostante il fatto che il Ministero della Salute abbia emanato delle Linee di indirizzo nazionale sulla ristorazione scolastica, comprendenti la garanzia di fornire sostituzioni di alimenti correlate e ragioni etico-religiose o culturali, questo articolo riferisce che è ancora presente l'ostacolo all'opzione veg* costituito dalla scarsa informazione di dietisti e pediatri.

Per chi è vegetariano o vegan non sempre è facile riuscire a trovare posti dove poter mangiare ciò che rientra nella propria dieta. Parlando delle mense pubbliche e private ci sono tanti aspetti da valutare; è giusto che i circa 6 milioni di vegetariani italiani possano godere di un trattamento equivalente a quello di tutti gli altri cittadini. La ricerca che ha effettuato la LAV (Lega Antivivisezione) per verificare la disponibilità dell'opzione vegetariana nella mense scolastiche ha evidenziato una situazione molto varia: se è vero che in 18 capoluoghi di regione su 21 (comprese le province autonome di Bolzano e Trento) l'opzione vegetariana è diffusa, le Amministrazioni che la propongono non la pubblicizzano e la modalità con cui va richiesta è discrezionale. Quindi questa ricerca ha evidenziato come non tutti i Comuni italiani garantiscono l'opzione vegetariana nelle mense scolastiche e quelli che la prevedono non la rendono nota, se non in rari casi. A tal proposito un anno fa il Ministero della Salute ha emanato le Linee di indirizzo nazionale sulla ristorazione scolastica, in cui è esplicitamente prevista la garanzia di fornire "sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali". Molte volte però le persone vengono ostacolate da dietisti e pediatri di comunità perchè poco informati. La LAV sta mettendo in atto iniziative per fare in modo che siano conosciuti e introdotti prodotti proteici a base di soia e legumi o "alternativi", come il seitan, per evitare di fornire pasti monotoni o troppo sbilanciati verso latticini e uova a sostituzione della carne, con conseguente eccessivo apporto di grassi saturi e colesterolo. Rendere possibile la scelta vegetariana è anche un atto di civiltà e di rispetto per l'ambiente, considerato che un pasto vegetariano fa risparmiare quasi 2 Kg CO2 eq rispetto ad uno con carne. Speriamo comunque che la situazione mense continui a migliorare e che venga fatto più pubblicità al cibo veg!

Fonte: www.progettogaia.it

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